A dirlo e' Legambiente che, in occasione della tappa ternana della campagna Goletta dei laghi, ha tenuto oggi una conferenza stampa, organizzata con il contributo del Consorzio obbligatorio oli usati, per fare il punto della situazione del bacino. La causa principale dell'eutrofizzazione delle acque, e' stato spiegato, e' il carico di nutrienti provenienti dai numerosi impianti di troticolture presenti nell'Alta Valnerina e che arrivano al lago attraverso il canale del Medio Nera.
L'altra fonte di inquinamento e' rappresentata gli scarichi civili e dalle attivita' agricole della valle del Velino. ''Passano gli anni ma la situazione di Piediluco non cambia'' ha detto Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria.
''Il grado raggiunto dal lago - ha aggiunto - e' quello di ipereutrofia che costituisce la condizione peggiore. Occorre passare dalle tante parole ai fatti e intervenire con urgenza e determinazione sui carichi inquinanti rendendoli gradualmente compatibili con le capacita' di autodepurazione del lago. In mancanza di interventi di abbattimento e contenimento dei carichi inquinanti la situazione rimane molto grave, con il rischio di compromettere irreversibilmente la vita acquatica. E questo e' un problema non solo per la perdita di biodiversita', ma anche per tutta l'economia locale, a cominciare dalla pesca professionale che andrebbe invece rilanciata incentivando l'ingresso di giovani pescatori e per il turismo che deve essere ripensato per portare benefici diffusi a tutti gli operatori grandi e piccoli''. Secondo Miro Virili, vice presidente del circolo Legambiente di Terni ''l'unica possibilita' di salvezza per il lago di Piediluco e' tenere insieme la salvaguardia degli elementi naturali e del paesaggio e il risanamento delle acque con gli aspetti economici, tradizionali, come la pesca e l'agricoltura e gli altri che come il turismo presentano grandi potenzialita'''.
''Ma questo e' possibile - ha proseguito - solo coinvolgendo le comunita' locali, i pescatori, gli operatori turistici, le societa' sportive, le associazioni ambientaliste e con l'impegno delle amministrazioni locali e di Eon. Una rinascita che - ha concluso - deve riconsiderare l'inserimento di Piediluco all'interno del parco Fluviale del Nera e la costituzione di un grande Parco interregionale delle acque che da Ferentillo arrivi fino alla confluenza del Nera con il Tevere e comprenda il Velino e la riserva naturale dei laghi reatini''.
da Umbrialeft.it
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