Ci sono parole sufficienti per esprimere il dolore, lo sdegno, l’orrore di fronte ad un delitto e ad una violenza così orribile?
Esprimo a nome di tutti i compagni e le compagne di Sinistra Ecologia Libertà la nostra commozione e il nostro omaggio per la vita e per il sacrificio di Vittorio Arrigoni, testimone dei diritti dei popoli.
Esprimo a nome di tutti i compagni e le compagne di Sinistra Ecologia Libertà la nostra commozione e il nostro omaggio per la vita e per il sacrificio di Vittorio Arrigoni, testimone dei diritti dei popoli.
Nichi Vendola
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Andare controcorrente, in un mondo che sta raccontando la sua ultima storia, perso ormai nelle proprie gorgoniche perversioni, sessuali, intellettuali, morali, culturalmente sospeso dalla paura di vivere e dal masochistico sopravvivere, andare controcorrente come Vittorio Arrigoni faceva ormai da lungo tempo è veramente un’impresa eroica.
Essere pacifista ad ogni costo e crederci veramente anche a scapito della propria vita, come drammaticamente è successo, è un modus vivendi che soltano pochi uomini nella storia di questo pianeta sempre più corrotto dalle questioni sulle ruby di turno, sono stati in grado di immedesimare.
Vittorio ci credeva. Vittorio viveva, non lanciava anatemi da una tastiera, comodamente seduto nella sua tana come ormai di moda tra moltissimi italiani, opinionisti della domenica chiusi nella propria piccineria. Vittorio viveva ed in grande stile, come solo un UOMO sa fare.
Non si limitava a scrivere articoli per “Il Manifesto” o per qualche altra testata, seppure fosse un’attività che sapeva fare benissimo, e non si limitava a scaricare qualche link sulla pagina di Facebook come d’uso tra gli “italiani brava gente”, ma si dava da fare in prima persona, sempre accanto ai più deboli sempre convinto che un altro mondo sia possibile.
Non era conveniente trattare la sua liberazione per il nostro governo, non era importante la vita di chi professava una cultura totalmente opposta, meglio scannarsi in parlamento per far passare la prescrizione breve ed alimentare ancora la “vergogna nazionale”.
Il pacifismo, la lotta per i diritti umani non sono espressione del machismo, non portano all’”isola dei famosi”. “Siamo bravi a predicarli a casa degli altri ma siamo i primi a violarli in casa nostra” per dirla con Nichi Vendola ed è una realtà triste come triste e drammatica la fine di Vittorio ed il vuoto che lascia in Palestina ed in tutti coloro che credono in un cambiamento di questa umanità talmente auto-referenziale da non essere più capace di esprimere altro che odio.
Ci sarebbe molto, moltissimo da scrivere su Vittorio Arrigoni, personaggio scomodo per chi la Pace nel mondo la vede come incubo. Ce ne sarebbe ma meglio lasciare alla sue parole la descrizione di chi è stato Vittorio:
“Restiamo umani è l’adagio con cui firmavo i miei pezzi per il manifesto e per il blog ed è un invito a ricordarsi della natura dell’uomo, io non credo nei confini nelle barriere, nelle bandiere.Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia che è la famiglia umana” (Vittorio Arrigoni).
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