Il coordinamento nazionale di Sinistra ecologia libertà esprime una seria preoccupazione per le conseguenze che produrrà l’accordo sindacale sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria.
All’indomani della conclusione della discussione negli organismi interni della Cgil, che ha deliberato nel direttivo una consultazione dei suoi iscritti, intendiamo esprimere le nostre riserve con franchezza, ritenendo che l’accordo non sia solo una questione da valutare dentro il sindacato e che questo sia il miglior modo per rispettare la reciproca e dovuta autonomia tra sindacati e partiti.
In primo luogo, consideriamo insufficiente la consultazione sull’accordo limitata ai soli iscritti alla Cgil. L’accordo avrà una validità generale per tutti i lavoratori e, quindi, la sua validazione avrebbe a nostro avviso dovuto coinvolgere tutta la platea degli interessati. Se, come si evince dalla discussione nel direttivo, nelle assemblee degli iscritti Cgil che dovranno votare si potrà presentare solo la posizione a favore dell’accordo, le nostre perplessità aumentano.
Siamo consapevoli della congiuntura difficile per tutti e per la Cgil in particolare, che ha dovuto subire numerosi accordi separati, per non parlare delle inaccettabili modalità scelte dalla Fiat di Marchionne nelle relazioni sindacali. Siamo anche consapevoli che perseguire l’unità sindacale sia un’aspirazione di tantissimi lavoratori ed anche noi la riteniamo un dato generalmente positivo.
Rileviamo, però, che in questo caso la ricerca dell’unità ha prodotto un abbassamento dei diritti essenziali dei lavoratori, a partire dall’impedire la possibilità di richiedere un referendum sui contratti (che valgono per tutti i lavoratori di un’azienda) che vengano ratificati dalla maggioranza delle Rsu. Se a questo si aggiunge la cosiddetta “tregua sindacale” che di fatto limita il diritto di sciopero e la derogabilità dei contratti nazionali, riteniamo che il quadro sia più che preoccupante.
Nel corso di questi mesi abbiamo assistito ad un risveglio civile, ad una fortissima domanda di democrazia e di partecipazione attiva. L’abbiamo incontrata nei referendum, nelle amministrative e nelle piazze, ivi compreso l’ultimo sciopero generale indetto dalla Cgil. Riteniamo che questa domanda di partecipazione sia tutta inscritta nella nuova fase del paese che, con grande maturità, vuole archiviare la stagione del berlusconismo affidandosi alla strada maestra della riappropriazione democratica del diritto di decidere sul proprio futuro. Questa domanda non può infrangersi sulla soglia delle aziende, determinando uno statuto diverso tra lavoratori e cittadini.
Riteniamo che sia importante ripensarci, promuovere una vera consultazione tra i lavoratori e farsi guidare dal vento di cambiamento che sta spirando in tutto il paese.
Coordinamento nazionale di Sinistra ecologia libertà
Roma, 6 luglio 2011
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