Nota sulla riunione della presidenza di SEL del 15 Dicembre.
All’indomani del voto parlamentare di fiducia al governo, si è tenuta la prima riunione della Presidenza, organismo dirigente eletto al Congresso di Firenze di “Sinistra Ecologia Libertà”. Relazione e conclusioni di Nichi Vendola. Discussione fortemente unitaria e convergente sulla valutazione della situazione politica e sociale, e sulla linea da seguire nei prossimi mesi.
Non ci eravamo sbagliati, a Firenze, nel giudizio sulla crisi italiana e i suoi attori. La giornata del 14 diventerà particolarmente emblematica del caos italiano. Perché si è manifestato il definitivo distacco tra politica e morale, con il pubblico mercato dei voti parlamentari. E perché l’esito è stato la disfatta dei politicismi: ha perso Fini, che ha mancato la sfiducia; ha perso Berlusconi, che non ha i numeri per durare e imporre la sua incondizionata volontà; ha perso il Pd, che ha inseguito l’illusione di improbabili alleanze strategiche con Casini e Fini (e persino oltre, nella versione di D’Alema).
Berlusconi (e soprattutto il berlusconismo) non sono certo vinti, ma la crisi che si è aperta è irreversibile. Il punto è che la strategia, come l’ha chiamata Vendola, delle “Tre P” (Paura, Povertà e Precarietà) ha prodotto un disastro sociale, e il 2011 rischia di essere l’anno nel quale la maggioranza dei cittadini possono venire sbalzati fuori del welfare, con reti pubbliche cedute progressivamente a reti private.
La rappresentazione vera del problema è stata in piazza a Roma, il 14. Molti soggetti sociali coinvolti, ma soprattutto studenti, giovani e giovanissimi. Niente a che vedere con altre stagioni e altre storie. Quel che pensa della violenza un movimento e un partito come Sel, è scritto nel suo manifesto fondativo, dove la nonviolenza rappresenta uno dei punti cardinali. Ma guai non vedere che siamo di fronte alla rabbia e alla ribellione della generazione cui è stato cancellato il futuro, dunque della generazione del “non abbiamo niente da perdere”. Della generazione che muove una domanda di politica restata fin qui senza risposta. L’Italia vede contemporaneamente la scomparsa della classi medie, l’incremento esponenziale dei poor workers , dei lavoratori poveri, e dei giovani del “lavoro mai”. Se la politica e la cultura non entrano in relazione profonda con questi processi sociali, il destino del Paese è segnato. Per Sel questo è un imperativo categorico.
La nostra responsabilità è farlo diventare un imperativo della sinistra e del centrosinistra tutto. Bisogna costruire l’alternativa. Ora. L’ultimo irrimediabile errore sarebbe consegnarsi o inseguire il “Terzo polo”. Al Paese serve una svolta democratica legittimata dal voto. Al voto bisogna andare con un assetto davvero maggioritario. In questo senso le “primarie”: non un fatto identitario e di appartenenza, ma la rifondazione del centrosinistra, con un candidato capace di allargare l’area della coalizione nel segno dell’innovazione. E’ questo il senso della nostra azione, e chi parla di “Opa sul Pd” agita un artificioso spauracchio.
Gennaio sarà dunque un mese di importanti iniziative, giocate a tutto campo, di un vasto impegno per le amministrative di primavera, e di costruzione delle condizioni della alternativa in Italia. La data delle prossime elezioni politiche non è nota, ma un minimo di sapienza e di “analisi concreta della situazione concreta” suggerisce di farsi trovare pronti il prima possibile.
Fabio Mussi
P.S.: La Presidenza di Sel si riunirà piuttosto spesso. Dopo ogni riunione ci sarà una informazione. O per documenti approvati e resi pubblici, o per conferenze stampa, o per note scritte dal Presidente, magari un po’ sommarie, e certamente parziali, come questa. La promessa è che si renderà conto anche di polemiche e posizioni diverse (su cose importanti, si intende), quando ve ne siano.
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