COMUNICATO STAMPA Coordinamento provinciale SEL Terni
La questione dei tagli prospettati rispetto all’assistenza socio-sanitaria da parte dell’Asl n°4 pone una serie di riflessioni e forti preoccupazioni, sulle quali sarebbe utile, se non necessario, avviare un ragionamento politico ampio e partecipato.
La crisi economica, nonché le politiche “tremontiane” stanno mettendo in ginocchio il Paese e in seria difficoltà le famiglie italiane.
In questo quadro le famiglie con carichi di cura seri sono ancor più colpite, da un lato per una riduzione dei propri redditi e dall’altro per il venir meno dei servizi di supporto dei quali necessitano (sostegno scolastico, paventato aumento delle percentuali di invalidità ecc…).
Il sistema di welfare costruito in questi anni nella nostra Regione ha cercato di andare in controtendenza rispetto alle politiche del governo, ritenendo la spesa sociale un elemento non solo di assistenza, ma di promozione e prevenzione, capace di qualificare gli interventi e di costruire una economia sociale virtuosa pubblico-privata.
Per questo ci colpisce che a fronte di difficoltà di bilancio dichiarate dalla ASL sembri interrompersi il sistema di cogestione e coprogettazione degli interventi socio-assistenziali più volte teorizzato nei piani sociali, per passare ad una forma di relazione tra controparti con le associazioni e con i sindacati, tagliando fuori dal dibattito la comunità cittadina e politica come se si stesse trattando di una partita tra committenti e fornitori.
Ancor più preoccupante è che la spesa venga ricentralizzata su servizi ospedalieri o di “ospizio” (come emerge dalle notizie dell’ultim’ora) a discapito dei servizi domiciliari più economici e di maggiore qualità sociale.
E’ necessario aprire una discussione pubblica che rimetta al centro la razionalizzazione e qualificazione della spesa, senza passare sempre e solo dal taglio indiscriminato dei servizi e di conseguenza dei posti di lavoro.
Posti di lavoro molto delicati in una fase di crisi economica come questa e che riguardano soprattutto occupazione femminile che difficilmente riesce a trovare altri sbocchi nel mercato del lavoro ternano.
Gli sprechi nella sanità vanno sicuramente combattuti.
Sinistra ecologia libertà nel “manifesto per la salute” ne individua alcuni:
* taglio del numero delle Asl,
* riprogettazione delle “reti” dei servizi, ospedalieri e territoriali per farne un sistema unico;
* interruzione del ricorso alle consulenze e ai contratti a operatori sanitari in pensione che continuano a gravare sui bilanci pubblici in presenza di un elevato numero di personale precario (senza che siano stati individuati percorsi di stabilizzazione o internalizzazione, contrariamente a quanto deliberato da altre Regioni es. Puglia).
Non abbiamo bisogno in questa fase di agire con "piglio brunettiano", bensì di raccogliere tutte le energie per individuare soluzioni utili a non disperdere il patrimonio costruito in questi anni.
Va ridefinito il sistema del welfare senza però prendere decisioni unilaterali che diverrebbero definitive e perciò vanificherebbero anche le lodevoli intenzioni dell’amministrazione comunale di Terni volte all’ elaborazione di un piano regolatore del sociale, strettamente connesso anche alle questioni socio-sanitarie.
Coordinamento Provincia di Terni Sinistra Ecologia Libertà
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