venerdì 27 agosto 2010
Appello per Giovanni, Marco e Antonio
L’ormai nota vicenda verificatasi alla SATA di Melfi con il passare dei giorni diventa sempre più grave e intollerabile. Mai, neanche durante gli anni di massima tensione tra il sindacato e l’azienda, si era giunti sino al punto di ostentare apertamente tanta impudente arroganza, attaccando così sfacciatamente l’intero impianto dei diritti dei lavoratori costruito dalle leggi vigenti e sancito dalla Costituzione.
Non occorrono raffinate analisi per comprendere il reale significato del comportamento osservato in queste ore dalla FIAT: la più grande azienda italiana intende urlare al Paese che si considera al di sopra delle legge e della Costituzione, e non tollera intralci lungo la via che conduce alla frantumazione del movimento sindacale e allo smantellamento dei diritti dei lavoratori.
E non importa che in questo caso l’ostacolo sia rappresentato da una sentenza del giudice del lavoro di Melfi che, riconosciuto l’intento antisindacale sotteso ai tre licenziamenti, ha ordinato, come espressamente previsto dalla legge, l’immediato reintegro sul posto di lavoro dei tre operai illegittimamente licenziati.
La lotta che i tre operai licenziati e la FIOM stanno conducendo ormai da oltre un mese è per questo, prima ancora che una battaglia di dignità, una battaglia di legalità.
I “presunti sabotatori”, ad ulteriore dimostrazione dell’infondatezza delle accuse e della loro limpidezza morale, chiedono alla FIAT di mostrare rispetto nei confronti del Paese, delle sue leggi e della Costituzione, rispettando la pronuncia del giudice e ponendo fine alla condotta delittuosa sinora tenuta.
Per questo, come non accadeva da lungo tempo, gli attestati di solidarietà ai tre operai giunti nelle ultime ore non conoscono colore politico; per questo, persino il Capo dello Stato ha ritenuto doveroso intervenire sulla vicenda per raccontare al Paese la propria vicinanza ai tre operai ingiustamente licenziati e per richiamare la FIAT al rispetto della legalità.
Tuttavia, ben si comprenderà che gli attestati di solidarietà delle istituzioni, sebbene graditi, non sono ancora sufficienti.
La gravità del momento impone il coinvolgimento di tutti, in particolare delle nostre intere comunità!
Il nostro territorio, oggi più che mai, rappresenta per la FIAT il campo di sperimentazione per il sovvertimento dei principi fondamentali della nostra “repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Assistere passivamente a quanto sta accadendo o, peggio ancora, indirizzare lo sguardo altrove, come se si trattasse di una vicenda che non riguarda direttamente ognuno di noi, finirebbe inevitabilmente per prestare il fianco all’ardita provocazione lanciata da Marchionne e per aprire le porte al futuro disastroso che si prepara.
La vicenda in atto riguarda da vicino ognuno di noi, operai e non, studenti, lavoratori e pensionati!
Non si tratta, infatti, solo di un attacco ai diritti individuali dei tre operai, bensì di un vero e proprio assalto alla legalità, ai sacrosanti diritti sindacali e al lavoro in generale, operaio e non.
Per queste ragioni non si può restare alla finestra!
Occorre che ognuno, a prescindere dalla propria condizione lavorativa o dall’appartenenza politica, percepisca sulla propria pelle il prurito dell’indignazione per il torto subito da Giovanni, Marco e Antonio.
In un Paese in cui da troppi anni domina la logica dell’individualismo esasperato; in un Paese in cui quotidianamente gli interessi personali vengono anteposti a quelli collettivi anche da parte di coloro che avrebbero il compito istituzionale di servire il Paese; Giovanni, Marco e Antonio hanno voluto dare il buon esempio difendendo strenuamente la dignità del lavoro – incuranti dei rischi che corrono in prima persona – e, da ultimo, dimostrando di possedere quella cultura del lavoro che rende nobili queste terre e che non ammette di essere retribuiti senza lavorare.
In questi giorni ciascuno di noi, pur senza saperlo, ha contratto un enorme debito di riconoscenza nei loro confronti: per il coraggio, la dignità e la civiltà con cui stanno conducendo questa battaglia.
Sarebbe bene che ci si cominciasse a disobbligare, affiancandoli, ascoltandoli e facendogli percepire una solidarietà di massa, per dimostrare al Paese intero che contro l’arroganza dei potenti le nostre comunità reagiscono compatte.
Vi aspettiamo Domenica 29 Agosto a Rionero in piazza 20 settembre (h. 20.00) per discutere con Giovanni, Marco e Antonio, Emanuele De Nicola, Piero Di Siena e Alfonso Gianni al dibattito dal titolo “FIAT: ritorsioni annunciate”.
CASA DELLA SINISTRA – RIONERO
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