Risolvere la vicenda Basell, dare un senso all’Università, creare una filiera conoscenza/sviluppo/innovazione , “un colpo di reni contro la crisi”.
Nell’illustrazione delle linee programmatiche 2010- 2015 presentate in Consiglio Regionale dalla Presidente Marini, forte e giusta attenzione è posta sulle potenzialità e prospettive offerte dagli sviluppi economici realizzabili nell’ambito della cosiddetta Green Economy: “ L’Umbria oltre la crisi economica: progettare il futuro, costruire l’Umbria delle opportunità. Economia della conoscenza e green economy: motore di sviluppo per il sistema delle imprese”, viene enunciato.
Una sfida alta e ambiziosa che si può giocare immediatamente nell’area ternano-narnese. Ci sono tutte le potenzialità per convertire una crisi in opportunità. Il nostro territorio, in forma quasi spontanea, ha visto in questi anni un potente sviluppo di esperienze industriali che possono riferirsi all’area della Green Economy . La Novamont, Terni Research, Angelantoni e molte altre, piccole o grandi. Realtà che si sono inserite in un tessuto economico ricco di un’antica e solida cultura industriale votata all’internazionalizzazione, all’innovazione dei prodotti e all’eccellenza, come è stato ben rilevato dall’indagine: “Le frontiere dei materiali innovativi”presentata lo scorso anno dall’AUR. La crisi che abbiamo di fronte ci pone l’obbligo di fare sistema, razionalizzare le risorse, innovare. Ci chiede soprattutto di ancorare l’impresa ad un forte “sistema locale” fatto non solo di servizi, ma anche di “cultura”, di reti, di “microclima”. Per questo per risolvere la crisi Basell, e tutte quelle che a cascata ne potrebbero derivare, non è sufficiente trovare una soluzione per “quella fabbrica”, ma è necessario costruire una risposta integrata. La Regione può essere la protagonista di questa risposta, individuando Terni come il polo della Green Economy umbra. Realizzando con questi soggetti un’ipotesi di distretto dell’economia verde all’interno del quale si costruisca una filiera della conoscenza.
Un sistema che metta in rete scuola superiore, formazione professionale, università, politiche di sviluppo economico.
A partire dal sistema scolastico: le scuole industriali e professionali hanno sempre svolto un ruolo rilevante nella formazione delle maestranze e dei quadri del passato industriale ternano. Ora vanno coinvolte per aggiornare i programmi nella direzione delle nuove professioni dell’industria verde.
La formazione professionale: va indirizzata su profili professionali specifici di specializzazione sulle professioni verdi post-diploma o post laurea. Professioni che producano valore aggiunto per tutta la collettività e servano da moltiplicatore dello sviluppo. In tempi di riduzione delle risorse non è più possibile utilizzare “quei 52milioni di euro appositamente previsti nel Por Fesr 2007-2013” per corsi a domanda, ( i corsi da estetiste possono produrre un lavoro per le estetiste ma non modificano un tessuto economico). Infine l’Università dovrà connettersi a questo sistema. Se le facoltà si collegheranno ad obiettivi di ricerca specialistici, legati al territorio, forse riusciremo a salvarle dalla scure Gelmini. Questa prospettiva può interessare i soggetti economici che già operano in questo settore e può dare futuro a molte altre realtà ed altri siti in crisi oltre alla Basell, che in questi anni sono stati interessati da progetti di nvestimento o da ipotesi di riconversione in questo senso: la ex Bosco, La SGL Carbon.
I lavoratori Basell in questi giorni sono in attesa di una nuova convocazione da parte del Governo. Ci sono proposte in campo, dalla Novamont ad altre che vanno in questa direzione. E’ necessario sostenere le ipotesi di una riconversione. Questo non solo può dare speranza ai lavoratori basell di fronte ad un impresa completamente sorda alle ragioni della non chiusura, ma può trasformare la città di Terni in un laboratorio nazionale per la chimica verde. Il Governo in questa fase di crisi può e deve fare la sua parte, può mettere a disposizione risorse per raggiungere questo obiettivo e traguardare la crisi. La città di Terni ed i suoi lavoratori hanno le carte in regola per candidarsi all’industria del terzo millennio, alla politica il compito di costruirne le condizioni.
Federica Porfidi
Portavoce Provinciale Sinistra Ecologia Libertà
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