giovedì 29 luglio 2010

ONU:"L'accesso all'acqua è un diritto umano"


Anche l’assemblea generale dell’Onu finalmente è arrivata a dichiarare l’acqua diritto umano. Da 15 anni si provava a porre la risoluzione ai voti ma non c’era il clima politico necessario al consenso. La Bolivia ci ha provato in questa sessione e la risoluzione è passata senza alcun voto contrario. Solo Stati uniti , Regno Unito, Australia e Canada si sono astenuti. Non a caso è stata premiata la tenacia della Bolivia che, con gli altri Paesi della rinascenza latinoamericana ha fatto dell’acqua un punto di fondo di innovazione delle stesse costituzioni.

E’ una grande vittoria che il movimento mondiale per l’acqua può rivendicare totalmente. E che dà ulteriore forza a tutti coloro che si battono in ogni parte del pianeta per garantire l’acqua per tutti e in ogni Paese. Durante la mia esperienza di governo alla cooperazione internazionale ho operato con grande covinzione perché ciò accadesse ma non riuscimmo nell’intento,benchè, vale la pena ricordarlo, si intrecciarono molte relazione feconde con i governi dell’America latina, con la Spagna, la Germania, con alcuni Stati africani e altri per portare in sede Onu la proposta. Finalmente le lotte a difesa dell’acqua per sottrarla al mercato e alla sue logiche e il lavoro diplomatico hanno condotto al grande e storico risultato.

Finalmente nessuno potrà parlare a sproposito dell’acqua come se fosse una merce. Anche se la risoluzione approvata non è vincolante, il passo in avanti è grandissimo. Basti pensare a come le multinazionali abbiano fin qui impedito che ciò avvenisse costringendo i consessi mondiali, da ultimo il forum mondiale dell’acqua di Instambul, alla dizione “ bisogno “ per sfuggire a quella di diritto; e argomentando che se c’è il diritto poi bisogna garantire l’acqua a tutti e questo limita il mercato. E a questa mancata definizione di diritto era seguita tutta la costruzione del famigerato partenariato pubblico privato, in realtà la via spianata alle privatizzazioni. Ora si cambia pagina, anche se la lotta deve continuare perchè le difficoltà restano grandi.

L’acqua fa parte del ciclo naturale della vita, è elemento riproducibile ma a rischio per l’uso improprio e distorto del modello agroalimentare e industriale ancora dominante.

La campagna italiana per la raccolta delle firme per il referendum per l’acqua pubblica trova in questa risoluzione un sostegno solenne alle sua ragioni , disponendoci al meglio per continuare l’impegno referendario. Tutto ci dice che si può vincere, anche contro la volontà privatrizzatrice di Tremonti e company.

Ma la risoluzione dell’Onu indica ai tanti paesi dell’Africa o dell’Asia che ancora sono colpiti da morte per mancanza di acqua pulita e potabile o da pandemie per mancanza di servizi igienici che la strada da intraprendere per sconfiggere malattie e morti ora è segnata da una nuova responsabilità internazionale. E del resto la storia europea ci dice che è stato il pubblico a garantire l’accesso all’acqua ai propri cittadini. L’acqua, come gridato, scritto , cantato in tutti i social forum mondiali è un diritto umano e non si può calpestare.

Patrizia Sentinelli

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