lunedì 9 novembre 2009

Acqua Bene Comune


Pubblichiamo i dati di un'inchiesta sulle perdite negli acquedotti ternani, la mozione di Alfonso Morelli al Comune di Narni e la dichiarazione di Nichi Vendola


Rete colabrodo, ogni giorno nel ternano in fumo 18mila litri di acqua, perdite per 37mila €

Nel ternano ogni giorno si sprecano diciottomila litri d'acqua.Per un costo di circa 37mila €.
Tutta colpa degli acquedotti colabrodo, responsabili di una perdita pari al 36% del totale di acqua che si disperde nella rete (studio Legambiente - Ecosistema urbano 2009).

Ogni ternano consuma mediamente 150,2 litri d'acqua ogni giorno, quindi la popolazione provinciale "succhia" dagli acquedotti 33.044.000 litri ogni giorno, circa il 64% dell'acqua erogata per una spesa di circa 66mila € al giorno.


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MOZIONE - RICONOSCIMENTO DELL'ACQUA COME BENE COMUNE E DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO COME SERVIZIO PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA.

In questi giorni il Senato ha approvato, con il voto favorevole di PDL e Lega, il decreto legge che obbliga a privatizzare la gestione dei servizi idrici. Le norme approvate in Senato sono molto gravi perché l'obbligo entro 1 anno di affidare a privati la gestione dei servizi pubblici vuol dire espropriare Regioni e Comuni del diritto-dovere di amministrare l'uso dell'acqua nell'interesse delle persone e delle comunità ed apre la strada a un monopolio privato dell'acqua alle multinazionali.

Queste posizioni di contrarietà alle decisioni del governo devono però concretizzarsi con atti chiari soprattutto in quei territori amministrati dal centro sinistra altrimenti rimangono, come purtroppo spesso accade, parole al vento e di fatto la volontà governativa non viene sostanzialmente mai ostacolata.

Per tale motivo propongo un ordine del giorno, presentato già in altri comuni d’Italia, da approvare nel consiglio comunale di Narni con l’auspicio che venga diffuso in tutte le istituzioni dell’Umbria.


MOZIONE


Al Sindaco del Comune di Narni

Alla Giunta del Comune di Narni

Al Presidente del Consiglio Comunale di Narni

Narni lì 09/11/09

OGGETTO: RICONOSCIMENTO DELL'ACQUA COME BENE COMUNE E DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO COME SERVIZIO PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA.

PREMESSO CHE

L'acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi.

L'acqua costituisce un bene comune dell'umanità, un bene comune universale, un bene comune pubblico, quindi indisponibile, che appartiene a tutti.

Il diritto all'acqua è un diritto inalienabile: l'acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti, l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico. L'accesso all'acqua, già alla luce dell’attuale nuovo quadro legislativo, e sempre più in prospettiva, se non affrontato democraticamente, secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l'ambiente, rappresenta:

– una causa scatenante di tensione e conflitti all'interno della comunità internazionale;

– una vera emergenza democratica e un terreno obbligato per autentici percorsi di pace sia a livello territoriale sia a livello nazionale e internazionale.

SOTTOLINEATO CHE

Su questa base si vuole condividere ed aderire alla proposta di legge d’iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, e quindi si ritiene necessario che il Parlamento proceda celermente alla sua discussione e approvazione.

IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA LA GIUNTA:

1. a costituzionalizzare il diritto all'acqua, attraverso le seguenti azioni:

• riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale il Diritto Umano all'acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;

• confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;

• riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del d.lgs n. 267/2000;

2. a promuovere nel proprio territorio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di iniziativa per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato attraverso le seguenti azioni:

• informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l'acqua sul nostro territorio, sia ambientali che gestionali;

• contrasto al crescente uso delle acque minerali e promozione dell'uso dell'acqua dell'acquedotto per usi idropotabili, a cominciare dagli uffici, dalle strutture e dalle mense scolastiche;

• promozione di una campagna di informazione/sensibilizzazione sul risparmio idrico, con incentivazione dell'uso dei riduttori di flusso, nonché studi per l'introduzione dell'impianto idrico duale;

• promozione, attraverso l'informazione, incentivi e la modulazione delle tariffe, della riduzione dei consumi in eccesso;

• informazione puntuale della cittadinanza sulla qualità dell’acqua con pubblicazione delle analisi chimiche e biologiche;

• promozione di tutte le iniziative finalizzate alla ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato nel territorio di propria pertinenza.

3. ad aderire e sostenere le iniziative del Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato” costituitosi di recente nell’ambito della Campagna Acqua Bene Comune che il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

sta portando avanti da circa tre anni;

4. a sottoporre all’Assemblea dell’Ambito Territoriale Ottimale l’approvazione delle proposte e degli impegni sopra richiamati oltre ai seguenti:

• sensibilizzazione all’importanza della riduzione dei consumi di acqua in eccesso attraverso informazione, incentivi, nonché attraverso una modulazione della tariffa tale da garantire la gratuità di almeno 50 litri per persona al giorno;

• propone inoltre di destinare un centesimo al metro cubo di acqua consumata per interventi di costruzione di strutture di captazione e distribuzione di impianti idrici attraverso la cooperazione

internazionale.

IL CONSIGLIO COMUNALE DELIBERA altresì

DI DICHIARARE l'acqua:

• un bene comune, essenziale ed insostituibile per la vita di ogni essere vivente;

• un diritto inviolabile, universale, inalienabile ed indivisibile dell’uomo, che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana.



DI DICHIARARE il Servizio Idrico Integrato un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini.

DI TRASMETTERE il presente provvedimento all’ATO di appartenenza e a tutti i Sindaci del suo ambito.



Cons. Alfonso Morelli (Sinistra e Libertà - Narni)

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VENDOLA: PRIVATIZZARE L’ACQUA? UNA BESTEMMIA

Lo ha detto il governatore della Puglia ed esponente di Sinistra e Libertà Nichi Vendola, in una conferenza stampa per annunciare le iniziative contro il decreto sui servizi pubblici locali che prevede l’ingresso dei privati nelle società idriche.

«Ad Atlanta, negli Usa, la privatizzazione dell’acquedotto è stata un fallimento - ha detto il governatore -. A Parigi si ritorna al pubblico. Chi si era lasciato andare alla frenesia di privatizzare oggi fa marcia indietro. In Italia, invece andiamo contro corrente».

Vendola ha rimarcato che «con i suoi oltre 20 mila km di rete, l’Acquedotto pugliese è il più grande d’Europa». E a chi contesta che abbia una dispersione idrica del 50-55%, replica che «questo dato è un falso, che somma dati vecchi: la dispersione si attesta oggi sul 28%. Acquedotto pugliese è un boccone che potrebbe fare gola a molti», ha aggiunto, sottolineando che «ci sono cantieri aperti per mezzo miliardo di euro e ci prepariamo a fare investimenti per un altro miliardo di euro. Prima del 2005, l’Acquedotto pugliese faceva investimenti per 23 milioni l’anno e le tariffe salivano. Dal 2005, con la nostra gestione, abbiamo bloccato le tariffe e abbiamo fatto della società una realtà solida da 123 milioni di investimenti l’anno, 60 depuratori in gestione, 400 lavoratori assunti. Le perdite idriche sono scese dal 35% al 28% con un investimento sulla rete da 8 milioni annui e il risparmio di 25 milioni di metri cubi di acqua ogni anno».

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