venerdì 22 agosto 2008

Un Comunista a Catania



Mariuccia Ciotta "Il Manifesto" 21 Agosto

E poi dicono che l'«opinione pubblica» non c'è più. Purtroppo c'è e non è affatto «silenziosa» come una volta si voleva la «maggioranza», e adesso fa scuola. È l'ora di quelli che applaudono il licenziamento a grappolo dei ferrovieri di Genova, catalogati tra i «fannulloni», l'esercito per le strade e la riapertura delle discariche tossiche. Di chi si esalta per l'escalation dei sindaci sceriffi che vietano tutto ai «nomadi», anche se turisti.
Questa opinione pubblica ama l'uomo forte e loda il ministro Brunetta che promette gratifiche al merito per i superefficienti in memoria dei mussoliniani regali all'«italiano perfetto». L'onda montante dell'Italia dei «cento giorni» berlusconiani - che a leggere bene Newsweek corrispondono alla domanda di un paese «povero ma brutto» - ha permesso a certi giudici di Catania di togliere alla madre un ragazzino di 16 anni perché milita nelle file di Rifondazione comunista. Una volta non si poteva dire che i comunisti erano pericolosi estremisti, neppure al bar. Adesso lo si può scrivere in una sentenza con allegata la tessera incriminata a testimonianza della pericolosa «deriva morale» del giovane, al quale la madre non saprebbe badare. I giudici lo hanno affidato al padre, che accusa il figlio, in quanto comunista, di darsi «alle droghe, all'alcool e alla vita sbandata» e che per riportarlo sulla retta via lo ha minacciato con un mattone in mano.
Rifondazione, è vero, è già extraparlamentare ma non ancora fuorilegge, rischio che gli esponenti del partito vedono profilarsi dopo l'iniziativa dei magistrati catanesi, convintissimi del loro operato per il bene del minorenne tanto da sfrattare la madre dalla casa dove la famiglia risiedeva e sottragli anche l'altro figlio di 12 anni.
Non sembra vero. E invece il grottesco è diventato realtà. La relazione dei servizi sociali siciliani, consegnata ai giudici, individua la devianza nella frequentazione del circolo «Essere comunisti», indirettamente assumendo la città del nazional-alleato Stancanelli e l'Italia intera come un luogo di alti valori etici e civili, minacciati dai covi anti-berlusconiani, una minoranza.
È questo il sentire comune degli italiani, l'idea che al governo non ci sia una squadra autoritaria che ha messo in scacco i diritti costituzionali, che coniuga la destra militarizzata con il leghismo xenofobo, che copre la crisi economica con le accuse al sindacato, ma una forza moralizzatrice e decisionista, legittimata dall'ampio consenso elettorale.
Il problema è che anche l'opposizione ha fatto sapere che «comunista» è una parolaccia. Chi lo è va dunque isolato, anzi, per i giudici catanesi va internato coattivamente in una comunità di recupero. Il tribunale sta valutando questa possibilità visto che il sedicenne si rifiuta di tornare col padre. Un rifiuto chiaramente e pericolosamente «estremista».

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