di Fulvia Bandoli
Cominciamo dalla Sinistra Arcobaleno che non sarebbe ancora la Sinistra che vorremmo. E' una verità incontestabile, essa per ora è prevalentemente un cartello elettorale, è ancora troppo chiusa nei suoi confini, e il progetto di un soggetto unitario e plurale della sinistra che superi tutti i partiti esistenti viaggia troppo lentamente. Ma il cammino è iniziato e questo è altrettanto incontestabile.
Non siamo certi dell'esito, è vero, ma abbiamo una speranza concreta di farcela. Dall'altra parte è chiaro invece, perché lo dichiarano gli stessi dirigenti del Pd, che il partito democratico non è e non vuole essere un partito di sinistra ma di centro democratico.
Parto da qui perché per me il fatto che in Italia esista e sia radicata socialmente una forza politica unitaria della sinistra è un fatto di grande valore. La scomparsa della sinistra in italia, unico paese d'Europa, mi pare un fatto enorme.
Non è essenziale essere in parlamento, anche questo è vero, ma rinunciare in partenza alla possibilità di esserci non mi parrebbe giusto. Dunque abbiamo fatto bene ad unirci e a presentarci alle elezioni. Ma il nostro lavoro deve essere rivolto di più al territorio, al radicamento nei luoghi dove le persone vivono e lavorano, al coinvolgimento di quel vasto popolo della sinistra che non si riconosce in nessuna delle quattro forze che hanno dato vita alla sinistra arcobaleno ma che non si riconoscerebbe mai nel Pd. La Sinistra alla quale dobbiamo aspirare è popolare, mette al centro il lavoro la giustizia sociale e la qualità ambientale dello sviluppo, non è una sinistra di protesta o di testimonianza. Punta ad essere grande, per cambiare le cose in questo Paese. Accetta la sfida del governo del paese. Per la verità io ritengo che anche all'interno dell'ultimo governo Prodi la Sinistra abbia accettato la sfida del governo e abbia dimostrato lealtà ai programmi: infatti il Governo cade per colpa di Dini e Mastella e non riesce ad attuare il suo programma a causa delle molte resistenze delle piccole forze di centro e di una parte del Pd ( superamento legge 30 sul precariato, conflitto di interessi, falso in bilancio, riforma della legge 40 sulla procreazione assistita, diritti civili, patrimoniale sulle grandi rendite finanziarie….sono tutte riforme che erano nel programma dell'Unione e che si sono arenate non certo per colpa delle forze della sinistra). Su questo punto non possiamo raccontare storie, chi era in parlamento lo sa bene.
E anche sulla legge elettorale le forze della sinistra ( tranne il PDCI) si erano dichiarate disponibili ad approvare una riforma elettorale sul modello tedesco con sbarramento al 5 per cento.
Le resistenze sono venute da Berlusconi che voleva andare al voto ma anche dal Pd che si è presentato al confronto con quattro proposte diverse (modello tedesco, oppure spagnolo, oppure un mix tra i due…un modo confuso per non chiudere su nulla quando ancora c'era tempo e il buon Chiti lavorava indefessamente sulla questione).
E veniamo ad alcune altre osservazioni sparse. Le ideologie non sono più il collante, è vero. Ma i principi, i valori e i programmi dovrebbero essere chiari. La laicità è un principio base della Costituzione, non si possono avere incertezze e invece troppe sono state le occasioni nelle quali non si è tenuta la schiena diritta. Il lavoro è un valore, e i diritti di chi lavora vanno tutelati, così come la salute e il salario. Ma anche su questo non ci siamo. Il PIL non può essere l'unità di misura del benessere di un Paese, l'ambiente, la cura delle persone, la formazione e la ricerca, il disarmo, la lotta alla povertà e molte altre cose ancora il Pil non le garantisce. Io credo in una Sinistra che non rinuncia a cambiare lo stato di cose esistenti, che si batte perché le ingiustizie diminuiscano, che cerca di realizzare un diverso modello di sviluppo e di consumi. Su questi temi e su molti altri ancora il programma del Pd non solo non mi tranquillizza ma mi vede su posizioni molto diverse.
E veniamo alla questione del voto utile per salvare l'Italia da Berlusconi.Finalmente ieri Il presidente della Repubblica ha detto la parola fine su quest'inganno. Utile è andare a votare. Dunque ogni voto è utile. Avevo inteso da Veltroni che stavolta si votava per qualcosa e non contro qualcuno, che non poteva essere l'antiberlusconismo l'unico collante. E mi pare una osservazione giusta, si vota per la forza politica più vicina ai propri principi: è anche un modo per ridare senso alla politica, per superare tutti i trasforismi e la distanza oramai enorme che la separa dalle persone in carne ed ossa.
E ho anche sentito che qualora vi fosse un esito quasi pari al senato si potrebbe andare ad un governo di larghe intese tra PDL e Pd. Così chi ha votato per il Pd credendo di votare contro Berlusconi potrebbe veder utilizzato il suo voto in un governo insieme a Berlusconi. Una formidabile eterogenesi dei fini.
Certo è vero che Berlusconi ha cambiato in peggio la politica, l'ha spettacolarizzata, ha esasperato il leaderismo, cancellato la partecipazione. Ma sono d'accordo con quello che dice Nanni Moretti nel suo film "il Caimano"…Berlusconi ha cambiato anche noi e non ce ne siamo neppure accorti.
Anche nei nostri partiti ci sono tanti uomini soli al comando, la partecipazione è episodica e quando si partecipa si ratificano cose altrove già decise, si fa politica in televisione e con annunci a sorpresa, si annunciano le decisioni a Porta a Porta. Io penso ad una Sinistra che cambia la politica e la rimette nelle mani dei cittadini (non solo dei consumatori).
Se La Sinistra l’Arcobaleno otterrà un buon risultato sarà un buon segno anche per il Pd, un modo per tenere aperto un confronto sulla sinistra e per evitare che questo partito si sposti sempre più al centro.
Da ultimo voglio introdurre un tema del quale pochi parlano: il centro sinistra è andato al governo due volte e due volte è caduto dopo due anni…sappiamo e non dimentichiamo le responsabilità della prima caduta e anche della seconda. MA siamo sicuri che tutto è imputabile alla frammentazione dei partiti? Non è piuttosto vero che un governo se vince deve cercare di attuare il suo programma? E che se non lo fa si indebolisce e paga un prezzo? Come è potuto accadere che la pressione fiscale sul lavoro sia aumentata con il governo Prodi e che i salari si siano abbassati? Che la precarietà non sia diminuita? Che non si siano fatte leggi che avevamo promesso chiedendo il voto? Come può accadere che si governi la Campania per oltre un decennio e non si riesca a mettere a regime il ciclo dei rifiuti? Pagheremo molto caro anche questo eppure non lo diciamo mai.
Io credo che nell'esprimere il nostro voto dovremmo portare con noi i principi nei quali crediamo.
Non credo che votando La Sinistra l’Arcobaleno si aiuti Berlusconi. E chi lo dice è in malafede.
Berlusconi lo abbiamo aiutato quando abbiamo mostrato all'Italia e all'Europa intera cumuli di spazzatura, quando abbiamo mancato gli impegni che ci eravamo presi con gli elettori, quando non abbiamo pensato a fare in fretta la legge sul conflitto di interessi e ci troviamo ancora una volta a votare in un sistema di duopolio televisivo che lo vede proprietario di uno dei due poli.
Io mi prendo le responsabilità che sono mie, ma qualcun altro non può far finta di sbarcare oggi in Italia e di non conoscere queste realtà.
Pensare di fermare Berlusconi votando Pd è un'altra illusione di questa campagna elettorale che si presenta con un bipartitismo forzato e in qualche modo falsificante.
Il berlusconismo si batte con una battaglia culturale e politica seria, che ridia alle parole il loro significato e alle riforme il loro senso pieno. Non ci sono scorciatoie.
* della Presidenza di Sinistra Democratica
Nessun commento:
Posta un commento