giovedì 8 marzo 2012

Inquinamento Elettromagnetico: via le antenne da Miranda

Il cucuzzolo di Miranda è diventato una bomba ecologica da disinnescare il prima possibile. E così la Giunta comunale ha delegato alla Direzione ambiente di Palazzo Spada di sloggiare decine di antenne di altrettante emittenti radiofoniche da ricollocare in siti alternativi. Le rilevazioni dell'Arpa Umbria, infatti, hanno evidenziato un pericoloso inquinamento elettromagnetico che va a interessare, in particolar modo, le abitazioni più vicine al sistema di ripetitori e antenne di altro genere che da decenni "illuminano" la  Conca.
L'emergenza è nota da tempo, ma pare che nell'ultimo periodo stia assumendo dimensioni non più trascurabili. Già nel 2009 e nel 2010 l'Arpa aveva certificato il superamento della soglia di attenzione per l'inquinamento elettromagnetico dovuto al sistema di antenne di Miranda, tanto da indurre il sindaco Di Girolamo all'emanazione di un'ordinanza per imporre la riduzione del campo elettrico prodotto da ben 28 emittenti radiofoniche. Il provvedimento, però, si è rivelato non sufficiente a risolvere in via definitiva il problema se è vero, come è vero, che a novembre 2011 l'Agenzia regionale per l'ambiente ha continuato a registrare pericolosi sforamenti della soglia di attenzione. A questo punto, dunque, l'unico intervento in grado di risolvere il problema è quello del "disboscamento" delle antenne. Molti impianti dovranno essere spostati. Ma prima di ciò il Comune dovrà necessariamente individuare siti alternativi. Alcuni, in fondo, già esistono perché il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per le emittenti radiofoniche che trasmettono in digitale individua come siti di emissione sia Miranda sia Marmore (colle Rocca Sant'Angelo), mentre il piano nazionale per la tv digitale include anche Piediluco (Valleprata).
In ogni caso la Giunta comunale ha dato mandato alla Direzione ambiente di individuare i siti di installazione degli impianti di radiodiffusione, avendo cura di garantire possibili siti alternativi a quelli esistenti al fine di permettere eventuali delocalizzazioni necessarie per minimizzare l'esposizione ai campi elettromagnetici. Per raggiungere questo obiettivo, la Direzione ambiente avrà anche la possibilità di valutare l'eventuale necessità di  revisione delle cosiddette "aree sensibili" individuate con la delibera del Consiglio comunale 345 del 2006.

Andrea Fabbri
La Nazione Mercoledì 7 Marzo 2012

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