domenica 25 luglio 2010
il 25 Luglio a Casa Cervi
Ho sentito tanti discorsi sulla fine del Fascismo
ma la più bella parlata è stata quella della pastasciutta in bollore"
Alcide Cervi
Quando la pasta era in bianco...e le camicie no
Negli anni, soprattutto dal decimo anniversario della fine della guerra di Liberazione, una certa retorica, ad uso e consumo delle forze politiche del tempo, ha innalzato esclusivamente l'aspetto armato della Resistenza, relegando la disobbedienza civile e il sostegno dato da tante famiglie a mero, seppur fondamentale, contorno.
Da qualche anno tuttavia, una certa storiografia ha riscoperto quest'altra parte della storia, creando i capitoli della storia di genere.
Sono emersi così racconti, anche ironici e comici, di atti di provocazione e ribellione contro il Fascismo, fatti di gesti piccoli quanto siginficativi.
Da questo mondo deciso e appassionato venivano i Cervi, contadini con un'idea, che fecero 'il più bel funerale del Fascismo' per dirla con le parole di papà Cervi, il 25 luglio del '43 quando Mussolini venne fatto arrestare e si sognava la pace.
I Cervi ricrearono la piazza, la ripresero dopo anni di adunate pilotate, offrendo pastasciutta ai compaesani, una pasta frutto della farina e delle braccia di più famiglie, che non avevano molto, al massimo potevano fare una pasta in bianco condita con burro e parmigiano-reggiano, ma quello lo fecero.
Il 25 luglio è una data storicamente nodale, analizzata da storici e giornalisti nella sua ufficialità, ma troppo spesso si è dimenticato di raccontare la gioia che investì la popolazione, il carattere pacifico delle manifestazioni spontanee, espressione di un antifascismo diffuso, spesso nemmeno conscio, che voleva la fine della guerra, della fame, della paura.
La tavola è popolare, è manifestazione di una cultura vivace, pacifica, che cerca l'incontro sdrammatizzando il conflitto attraverso la convivialità.
E' espressione genuina dell'anima di un popolo.
le iniziative organizzate per oggi al Museo Cervi, con Ascanio Celestini
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