mercoledì 24 febbraio 2010

Questione Morale e principio di responsabilità


Principio di responsabilità e senso di colpa. Sono fondamentali. Siamo testimoni del naufragio di una Nazione, la nostra. Travolta dal basso, dall’individualismo amorale di massa, e dall’alto, dalla corruzione e dal sovversivismo delle classi dirigenti.L’ultimo affaire, quello della Protezione civile (nel quale i magistrati incappano nel corso di una inchiesta che riguarda amministrazioni toscane di centrosinistra), è di straordinaria potenza emblematica. La destra al governo è la migliore interprete di questo naufragio, ma non ne ha l’esclusiva.
Diciotto anni fa, Tangentopoli. Passata l’ondata di indignazione (della quale peraltro Lega e An, attualmente al governo alleate o incorporate nel Pdl, dettero una particolarmente esuberante interpretazione manettara e forcaiola), tutto si è ricomposto. L’ondata successiva è stata contro i “moralisti” e i “giustizialisti”. L’hanno alzata partiti e politici, giornali e tv, opinion makers e agenzie di manipolazione dell’opinione pubblica. Facciamo l’esempio del “terzismo” del Corriere della sera : si è alimentato di un realismo smagato e accomodante, di un cinismo pacato e confortevole. Questione morale? Ma va là, crederai mica ancora a certe favole…
Siamo reduci dalla celebrazione di Bettino Craxi, cui ha partecipato anche una parte del Pd, dopo l’archiviazione tombale di Enrico Berlinguer, cui ha partecipato negli anni larga parte del Pd. Ora, l’unico leader politico italiano che ha osservato senza abbassare lo sguardo la faccia butterata del potere, che ha collegato il destino d’Italia alla questione morale, che ha posto il tema della “diversità” come un programma per la sua parte, è stato Enrico Berlinguer.
Dimenticato Berlinguer (come venne precocemente raccomandato da personalità della stessa sinistra), condotta negli ultimi quindici anni una campagna battente contro moralisti e giustizialisti, effettivamente i giusti e gli onesti sono stati messi all’angolo. E così ci troviamo a nuotare in una “gelatina” dove brulica un’umanità degradata che domina, e avvelena, la vita della società e dello Stato.
Lo scandalo è senza precedenti. Ma nessuno di quelli che hanno contribuito a far cadere le resistenze politiche, le difese intellettuali e morali, si sente in colpa, o responsabile. E questo è l’altro lato del disastro italiano.

Fabio Mussi Presidente comitato Scientifico SEL
articolo pubblicato da "il fatto - quotidiano"
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