lunedì 1 febbraio 2010

Offese razziste a due ragazzi il presidente ritira la squadra

Articolo apparso sul sito di "Repubblica", riguardante i fatti della partita Casteltodino - Bosico.
Pubblichiamo anche la dichiarazione del Sindaco Di Girolamo


Offese razziste a due ragazzi il presidente ritira la squadra

In una partita del campionato di seconda categoria a Terni pubblico e avversari offendono due giocatori di origine nigeriana: l'arbitro non interviene e a dieci minuti dalla fine la squadra del Casteltodino esce dal campo
di MASSIMO NORRITO


Offese razziste a due ragazzi il presidente ritira la squadra
Questa volta non si parla della curva della grande squadra, del grande stadio e del grande campione. Questa volta si parla di un campetto di periferia, di un campionato di seconda categoria e di giocatori dilettanti.
Ma l'episodio di razzismo è altrettanto odioso e sconcertante. Insulti, e il solito, tristissimo, "sporco negro" nei confronti di un ragazzo di diciannove anni, italianissimo, ma di colore.
Insomma, una storia che somiglia tantissimo a quelle che ogni domenica accompagnano le partite di Balotelli nell'Inter. Per una volta però la partita è stata sospesa. Non dall'arbitro ma i dirigenti della squadra del ragazzo di origine nigeriana che hanno deciso di dire basta e, visto che nessuno interveniva, sono tornati negli spogliatoi quando mancavano dieci minuti alla fine.
Tutto accade a Terni. Campionato di seconda categoria. Girone E. Si affrontano il Bosico e il Casteltodino. Nel Casteltodino giocano due fratelli di colore di 25 e 19 anni, Emeka e Narciso Egwu. Due ragazzi che vivono da sempre a Casteltodino, che sono amati e rispettati dai 1300 abitanti del paesino in provincia di Terni. Due ragazzi sensibili che hanno perso anche il padre che dalla Nigeria era emigrato in Italia. Partita tranquillissima sino a quando, dopo un normale contrasto di gioco, un giocatore del Bosico di 37 anni si rivolge al diciannovenne del Casteltodino chiamandolo sporco negro.
L'episodio avviene nell'indifferenza di tutti. Del pubblico, dei dirigenti avversari, degli altri giocatori, dello stesso arbitro che dice di non aver sentito nulla. Indifferenza alla quale dicono no i diligenti del Casteltodino che a quel punto decidono di ritirare la squadra e abbandonare il campo.

"E' l'unico modo per farci sentire e per denunciare quanto accaduto - dice Maurizio Venturi presidente del Casteltodino - Siamo stanchi. Danno tutti addosso a questi ragazzi che sono più italiani di quelli che li insultano. Siamo stanchi. Su dieci partite sono già quattro volte che capitano di queste cose".
In effetti è vero. Non è la prima volta che i due ragazzi di colore del Casteltodino sono nel mirino dei razzisti. La cosa più clamorosa che in uno di questi casi, secondo il racconto del presidente Venturi, a dare dello sporco nero a uno dei suoi giocatori sarebbe stato addirittura l'arbitro.
"So bene che la nostra denuncia porterà adesso a una indagine federale - dice Venturi - ma siamo sereni e soprattutto siamo sicuri di agire nel bene. Non c'interessa che la partita venga rigiocata o che venga cambiato il risultato del campo (il Casteltodino perdeva 1 a 0). Vogliamo solo che la gente sappia che certi episodi non capitano solo ai grandi campioni e che c'è un ragazzo di diciannove anni che non vuole più giocare a calcio perché in campo gli gridano sporco negro".
(31 gennaio 2010) - da www.repubblica.it

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Frasi razziste in campo, Di Girolamo: "Estranee alla cultura della nostra città"

In merito all'episodio riportato dagli organi di informazione avvenuto in occasione di un incontro di calcio a Terni, durante il quale un atleta ospite è stato oggetto di insulti razzisti, il Sindaco Leopoldo Di Girolamo ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“L’episodio di razzismo denunciato dalla dirigenza della squadra di calcio di Casteltodino, che ha deciso per questo motivo di ritirare la propria formazione dalla partita in corso in un campionato dilettantistico, è totalmente estraneo e antitetico rispetto alla cultura e alla pratica civile della nostra città e non può che suscitare sdegno e riprovazione da parte della stragrande maggioranza dei cittadini ternani, i sentimenti dei quali sono certissimo di interpretare.

Si tratta di episodi isolati - ma non per questo meno deprecabili - che contrastano inoltre con l’orientamento consolidato di società dilettantistiche ternane che da sempre mettono al centro della loro importante attività il carattere educativo e formativo della pratica sportiva, specialmente nei confronti dei minori e dei ragazzi.

Terni ha una lunga e radicata tradizione di accoglienza e di tolleranza, testimoniata e confermata fin dalla sua nascita come moderna città industriale, avvenuta oltre un secolo fa nel segno di una fortissima immigrazione interna e di una integrazione virtuosa di gente venuta da ogni parte d’Italia e che ne ha costruito lo sviluppo e la ricchezza materiale e civile.

In questi ultimi anni, a fronte di tassi di immigrazione tra i più alti d’Italia, analoghi a quelli registrati nel nord-est dell’Italia, in Emilia Romagna e nelle grandi città, il processo di integrazione degli stranieri a Terni si è realizzato senza tensioni sociali significative, attraverso la presenza di una rete vastissima di associazionismo e di volontariato, con il protagonismo delle stesse comunità dei nuovi cittadini immigrati, con il supporto di una trama di servizi avanzati messa a disposizione, sostenuta e rafforzata dalle Istituzioni pubbliche.

Terni è la città dell’Umbria, lo ha rilevato nei giorni scorsi il primo rapporto regionale sull’immigrazione, che ha in corso il maggior numero di progetti dedicati alla corretta integrazione, è quella che più contribuisce con risorse proprie alla realizzazione di questi progetti, che si avvale della collaborazione attiva di diverse associazioni di immigrati per l’orientamento, la formazione culturale e scolastica, l’integrazione sociale, l’assistenza. L’Umbria è inoltre tra le regioni italiane nelle quali la clandestinità è più contenuta, e Terni mantiene livelli di sicurezza tra i più elevati d’Italia.

In queste settimane, attraverso decine di iniziative, celebriamo a Terni San Valentino, Patrono della città e Santo dell’amore: il messaggio che abbiamo voluto mettere al centro degli “Eventi Valentiniani” è quello dell’amicizia, della tolleranza, del rispetto delle diversità, dell’ascolto e del dialogo. Sono valori nei quali la nostra comunità si riconosce pienamente, respingendo, rifiutando e isolando qualsiasi manifestazione di intolleranza, di xenofobia e di razzismo.

I ternani sono, per chi ha avuto modo di conoscerli, per cultura, storia e inclinazione fortemente ospitali ed accoglienti: anche per questo esprimo la più totale e sentita solidarietà mia, di tutta l’Amministrazione comunale e della città di Terni alla comunità di Casteltodino, ai dirigenti della società di calcio e in modo particolare ai ragazzi vittime degli insulti razzisti.”

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