mercoledì 6 gennaio 2010

Articoli di Fulvia Bandoli e Rossana Rossanda


L'arbitrio delle Primarie ad uso e consumo di Fulvia Bandoli

Non ho mai avuto entusiasmi particolari per “le primarie”, così come non sono mai stata tra coloro che si esaltavano quando venne proposta la elezione diretta di Sindaci e Presidenti di province e regioni ( scelta che sembrava tanto innovativa ma che dall’ inizio ci mostrò anche i limiti pesanti a partire dallo svuotamento totale delle assemblee elettive e dalla concentrazione di poteri nelle mani di una sola persona).

Ma se il principale partito dell’opposizione, il Pd, decide di fare delle primarie, fin dalla sua nascita, una sorta di carta di identità, se le usa addirittura due volte per eleggere il suo segretario nazionale, di queste benedette primarie bisognerà pur parlare. Intanto cominciando a dire che in Italia sono chiamate primarie consultazioni che vere primarie non sono, mancando una lista degli elettori iscritti. E in secondo luogo notando un fatto ancora più sostanziale e preoccupante: le primarie all’italiana e in versione Pd in particolare, sono uno strumento che non viene usato in casi definiti e stabiliti ( ad esempio quando si intende cambiare un candidato ad una carica elettiva dopo un solo mandato, o quando si intende confermarne altri per tre mandati consecutivi) ma solo sulla base di una scelta arbitraria di singole persone . Detto in modo chiaro le “primarie” si faranno solo dove Bersani, bontà sua, riterrà conveniente farle o dove sarà costretto a farle se le minoranze interne le pretenderanno.. Poco importa che tutti e tre i candidati alla segreteria del Pd si fossero impegnati a rispettare una sorta di codice sulle primarie in particolare sulle cariche elettive. Oggi, tranne Marino, gli altri due maneggiano il tema a loro piacimento. Alcuni si sono sbracciati a chiederle in Umbria ( perché li un veltrofranceschiniano contende ad una dalemiana la candidatura…) ma non hanno sentito alcuna esigenza di chiederle fermamente in Puglia ( caso esemplare dove si vorrebbe cambiare dopo un solo mandato un presidente che ha ben governato).Insomma nel Pd sempre più frequentemente si usano ( o non si usano) le primarie per saldare conti interni, per misurare la forza di questa o quella corrente o per far fuori una alleanza. Non per misurare il consenso di un candidato ad una carica elettiva tra i cittadini che si riconoscono nella coalizione che lo propone. Noi questo continuiamo a chiedere in Puglia. In caso contrario l’inquietante percorso di definizione delle candidature per le regionali metterebbe una pietra tombale sulla credibilità e sull uso delle primarie all’italiana. I candidati in varie regioni li sta scegliendo Casini dando o negando il gradimento senza neppure spiegare il perché. E Il Pd, intontito dalla paura di perdere, accetta qualsiasi pregiudiziale.

dal sito di Sinistra e Libertà - 06 gennaio

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Sinistra.La volpe del tavoliere. di Rossana Rossanda


“Trulli” e “citrulli”, “Para-puglia” per parapiglia – il manifesto ci informa di quel che sappiamo già (da televisione e radio), cioè che sulle regioni si sta litigando. Ce n’è solo una, la Puglia, ma è quella che più si presta ai giochi spiritosi di parole. E non è un mistero su che cosa: c’è in Puglia, ed è la sola regione del mezzogiorno, un candidato che non è stato il prodotto d’un apparato né di alchimie di vertice, bensì della gente pugliese, e dei sfavoriti, tanti e puliti, e si chiama Nichi Vendola.

Si dà il caso, non fortuito, che egli faccia parte della sinistra considerata radicale e questo – malgrado la stima personale che, sembra, ha per lui – Pier Ferdinando Casini non lo può tollerare. Allora il Pd nella persona di Massimo D’Alema gli ha messo un bastone decisivo fra le ruote: dare la Puglia a qualcuno più capace di giravolte e intrighi, o a un candidato già battuto, o magari anche perderla piuttosto che mettere in gioco un’eventuale alleanza nazionale del Partito democratico con L’Udc. Di questo si tratta, puramente e semplicemente. E lo sanno anche i gatti. Ma il manifesto ha dei dubbi: ha dato voce, qualche mese fa, ai sospetti sulla chiarezza di Vendola rispetto a malefatte di alcuni della sua giuta – e passi, si trattava di informare. E adesso fa intendere nelle sue apprezzate copertine e nei suoi brillanti titoli, che si tratta di una partita complicata, non si sa bene chi ha torto e che ha ragione, che non si può dire papale papale come stanno le cose. E che il destino della Puglia è stato subordinato a quello nazionale, alla faccia delle autonomie locali, tale e quale come Bettino Craxi aveva inaugurato dopo un trentennio di pulita autonomia locale repubblicana.

La sottoscritta ha tenuto per la prudente politica internazionale di D’Alema, salvo sul Kosovo, ma era complicato davvero. E considera un errore della flebile Europa non averlo fatto suo ministro degli esteri. Un errore per l’Europa e una catastrofe per noi, perchè D’Alema di politica interna e in campo sociale non capisce gran che. Non è il solo a tenere per fermo che modernizzazione sia sinonimo di liberismo. Ma è come credere che nel conflitto sociale prevalga la diplomazia fra sindacati e Confindustria, tale e quale che fra cancellerie.

Luigi Pintor lo ha definito una volta la “Volpe del Tavoliere”. Povera volpe, è tentata, come la Presidenza della Repubblica, di credere che con il Cavaliere si possa tessere un accordo, ridandogli fiato proprio quando si trova in difficoltà. Sbaglia e si farà tagliar la coda una seconda volta, come già con la Bicamerale. E stavolta dopo aver pagato un prezzo – un Lodo Alfano formalmente ripulito – imperdonabile.

Perchè il manifesto non lo dice chiaro e tondo? Questo o quello per noi pari sono? Tutti citrulli? Noi che non abbiamo in gioco né interessi personali né di partito, potremmo essere più liberi di parlare? Invece siamo spiritosi e prudenti. Io non ci sto. Dico che c’è un candidato pulito ed è Vendola, e il resto sono traffici di vertice. Le idee di Vendola non sono le mie, ma le nostre sul degenerare della politica in politicismo non sono chiacchere. Almeno non credo.

da Il Manifesto del 6/01/10

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