lunedì 28 settembre 2009
Interventi di Vendola, Di Lello e Musacchio sulle Elezioni in Germania e Portogallo
GERMANIA: VENDOLA, RISULTATO SINISTRA STRAORDINARIO
«Torna ad affacciarsi in Europa una domanda netta e chiara, indiscutibilmente di sinistra. L’affermazione della Linke e dei Verdi in Germania, stando ai primi exit poll, è un risultato straordinario, mentre la Spd paga severamente l’alleanza di governo con Angela Merkel, e anche in Portogallo si profila un successo della sinistra».
È quanto afferma il leader di Sinistra e Libertà Nichi Vendola commentando le elezioni in Germania e Portogallo.
«Questi risultati - prosegue Vendola - premiano un lungo e faticoso percorso di rinnovamento della cultura e della politica della sinistra in Germania e Portogallo. Rappresentano perciò il miglior viatico per quel laboratorio di rinnovamento della sinistra italiana che intende essere Sinistra e Libertà».
**********************************************************************************
GERMANIA: DI LELLO; LA SINISTRA RIAFFERMI PROPRI VALORI
“Il risultato delle elezioni in Germania non lascia spazio a equivoci o a intepretazioni forzose: a trarre beneficio dai 4 anni di Grosse koaliktion è stata soprattutto la Signora Merkel con la CDU”.
Lo dichira Marco Di Lello, coordinatore nazionale del PS ed esponente di Sinistra e Libertà.
“Se una lezione si può trarre dal voto tedesco,-osserva Di Lello - specie se paragonato al confortante successo dei socialisti di Josè Socrates in Portogallo e alla possibile vittoria che dovrebbe ottenere Georges Papandreu con il PASOK in Grecia domenica prossima, è che le forze socialiste, riformiste e di progresso, per vincere non devono dimenticare le loro radici che affondano nella sinistra riformista, riaffermando e modernizzando i propri valori: in primo luogo la giustizia sociale e la difesa dei più deboli e -conclude l’esponente socialista - condividendoli con quanti vi si possono riconoscere.”
************************************************************************************
VERSO UNA NUOVA FASE DELLE RELAZIONI TRA LE SINISTRE
Le elezioni in Germania premiano la Linke e i verdi, confermando la crisi del socialismo europeo con la sconfitta del SPD. Discreto il risultato elettorale in Portogallo con la riconferma del presidente socialista Socrates. Di R. Musacchio*
Le attenzioni principali sono rivolte al voto tedesco, ed è logico. Ma penso sia utile tenere insieme la lettura del voto della Germania con quella del più piccolo, ma significativo Portogallo. Anche perché da entrambi i Paesi potrà risultare una nuova fase delle relazioni tra le sinistre, tema che sta a cuore ad una forza come la nostra, Sinistra e Libertà, che proprio dell’esigenza di una nuova sinistra anche in Europa ha fatto un tema centrale delle recenti elezioni Europee. Non propongo una chiave di lettura provinciale, ma una chiave di lettura, tra le tante possibili, utile a pensare il futuro.
Partiamo dalla Germania, vero cuore di Europa, dove il voto influenzerà non poco il futuro dell’insieme della Unione Europea. Qui le sinistre si troveranno con tutta probabilità tutte e tre, SPD, Grunen e Linke, all’opposizione. Ci arrivano con alle spalle risultati diversi. La SPD con una sconfitta di notevoli proporzioni che la porta al 22% con un meno 12% peggiore anche delle ultime elezioni Europee. La Linke invece fa un balzo in avanti e si colloca tra il 12 e il 13%, assai meglio delle già positive Europee e quattro punti in più delle scorse politiche. Ormai supera largamente il 5% anche all’ovest oltre a confermarsi oltre il 20% all’est. A ribadirlo i dati di due land dove si è votato ieri per le amministrative uno all’est dove la Linke sta al 27,7% e uno all’ovest dove va al 6,5. Molto bene anche i verdi che fanno un più 2% raggiungendo il 10%. Vince la Merkel anche se la sua CDU cala di 3 punti sulle politiche. Andrà a fare un governo con i liberali che hanno un vero balzo al 14,5%.
Finisce così la grande coalizione nata dopo la fine dell’era Schroeder e al profilarsi dell’astro, venuto dall’est, della Merkel. Coalizione non obbligata perché addirittura i numeri dello scorso parlamento non impedivano un alleanza rosso-rosso-verde, negata, però, dai partiti che avrebbero potuto comporla. In questi anni la grande coalizione ha consentito alla Merkel di consolidarsi ed ha precipitato la SPD in una crisi gravissima. La constatazione è lapalissiana ma non esaurisce certo l’ambito delle riflessioni.
In realtà la grande coalizione ha agito su uno scenario denso che ha profilato una nuova stagione di doppia crisi. Quelle della globalizzazione liberista e quella dell‘integrazione europea. Quest’ultima in particolare è ben lontana dalla spinta entusiastica che seppe darle una leadership per altro moderata come quella di Kohl. Anzi si può dire che tutta la ultima fase tedesca sia stata sempre più rivolta ad una rinazionalizzazione della propria politica. Ciò anche sull’onda di un crescente malessere interno da parte di quello che resta il principale Paese a modello sociale europeo, il modello renano, che soffre sempre più le ingerenze della globalizzazione trainate anche da questa politica europea. A conferma anche la recente sentenza della Corte Costituzionale tedesca che ha posto un freno al trasferimento di sovranità verso l’Europa.
Richiamo questo quadro perché è quello ancora in atto e su cui si dovranno misurare, dopo questo voto, le forze poltiche. Si va alla coalizione tra la Merkel e i liberali e non sarà semplice darsi una direzione di marcia. Certo ci sono sempre le “tasse da tagliare” e le “pensioni da riformare”. Ma in che direzione si andrà ad esempio sull’Europa? I Liberali sono europeisti e favorevoli all’ingresso della Turchia e questo pone probemi ad una Merkel che vuole una manovra di classe ma in casa propria ed ha posto l’alt alla Turchia. Per di più il voto ha visto si uno spostamento a destra ma ha premiato molto due forze, diverse tra loro ma entrambe a sinistra della SPD come Linke e Verdi. Ponendo dunque un argine a derive populiste o xenofobe. E ponendo le condizioni per una ripresa di un cammino di alternativa. Naturalmente la condizione indispensabile è che queste tre forze rimuovano veti incrociati e pianifichino una discussione possibilmente vera. Ancora più urgente in quanto in molti land dopo le recenti elezioni sono possibili governi imperniati su di loro che sarebbero ora ancora più importanti a fronte del nuovo quadro nazionale. Ma la discussione da fare è vera e riguarda proprio la natura del futuro tedesco legato però all’Europa.
La crisi della SPD sta proprio, come quella di tutto il socialismo europeo, nell’aver perso l’egemonia nella costruzione di un’Europa che si è omologata alla globalizzazione liberista invece che proporre il proprio modello a riferimento di un’altra globalizzazione.
Linke e verdi, su versanti diversi, più sociali e più progettuali hanno colto questo problema. Ma anche per loro si apre il tema di lavorare all’alternativa. E questo ci porta al voto portoghese dove il presidente socialista uscente Socrates ha mantenuto una ampia maggioranza relativa col 37% andando assai meglio che alle Europee ma perdendo quella assoluta datagli allora dal 45% delle precedenti politiche.
Anche qui a frenare il calo della sinistra socialista interviene un fatto nuovo e cioè il buon risultato dell’altra sinistra qui composta da due forze assai diverse. L’una è un partito comunista storico ma assai ortodosso anche se con vocazioni nazionali reali. Presentatosi con un alleato verde mantiene un significativo 8%. L’altra è una forza assai innovativa, nata dalla confluenza di storie di varie sinistre, e che in poco più di dieci anni di vita arriva a sfiorare il 10% dei voti triplicando i deputati della scorsa legislatura. E’ il Bloco de Isquierda, formazione fresca ed agile che ha saputo in questi anni conquistare voti nuovi di operai ma anche di giovani e di intellettuali. Una forza a base progettuale non astrattamente ideologica che ha saputo incalzare il governo di Socrates su temi sociali e civili. Cioè entrando nelle sue contraddizioni che sono pesanti se si pensa che dopo aver posto al primo punto la lotta alla disoccupazione Socrates si trova per la prima volta con più di 500 mila disoccupati.
Il punto è sempre lì: la natura delle politiche Europee. Non basta a Socrates aver appoggiato la presidenza del connazionale conservatore Barroso per avere ritorni utili sufficienti. Non basta cercare un occhio di riguardo in Europa per non subire le conseguenze della sua crisi di cui Barroso è l’emblema. Ora è al bivio. Dopo il voto, non avendo più maggioranza assoluta, ha detto che si guarderà intorno. Potrà costruire una grande coalizione con i socialdemocratici, forza di destra, rimasti al palo anche percè incalzati a destra dai popolari divenuti terza forza, ma sarà bene che pensi a ciò che è avvenuto in Germania. O potrà guardare a sinistra dove naturalmente bisognerà che anche gli altri non pensino solo a se stessi ma guardino avanti.
* ex parlamentare europeo - Sinistra e Libertà
.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento