martedì 18 agosto 2009
Intervista ai Doughboys
da "L'Altro - la Sinistra quotidiana"
Sono in tre: The Pope che distribuisce spinelli, The Goalkeeper che si riappropria degli spazi pubblici e The Yuppie che distribuisce materiale scaricato da internet. Girano tra le vie della capitale mascherati. Si chiamano i Doughboys. Hanno una missione come ogni supereroe: diffondere l’insicurezza nelle strade di Roma. Grazie alle loro azioni sono finiti sulle pagine di molti giornali nazionali. Hanno un sito che li descrive così “Laddove la legalità regna sovrana, i Doughboys aiutano a riscoprire il piacere della sovversione. Chi fermerà i Doughboys?
Girano le per strade, pattugliano le città. La loro identità è coperta da una maschera. Nascono dai meandri della cultura popolare. Combinano storie, riferimenti, strategie e simboli, fantasmi di idee sepolte da tempo.
La Legge, lo Stato, la Proprietà: ovunque questi invisibili mostri generano malessere, lì agiscono questi prodigi mascherati.”
Per trovarli abbiamo dovuto rivolgerci a vecchi amici della controinformazione che, passata la stagione degli anni’70, hanno continuato a lavorare nell’ombra raccogliendo informazioni su tutto e su tutti. Loro ci hanno messo in contatto con i Doughboys che ci hanno concesso un’intervista
Roma, località segreta, 11 agosto 2009:
Iniziamo dal nome. Doughboys, Perché?
Il dough, la fecola di patate, e' un fluido non newtoniano, ovvero una pasta dalla viscosità mutevole che muta stato (da solido a liquido) a seconda dello sforzo di taglio applicato. In altre parole, non ha una consistenza stabile. Se si cammina abbastanza velocemente su una vasca di dough, questa reggerà il peso del corpo. Ma se ci si ferma, si sprofonda come fosse acqua. I Doughboys non sono altro che questo. Presenti, tangibili e concreti, si aggirano per le strade di Roma, ma poi esistono come leggenda, narrazione. Si fanno solidi, per poi tornare liquidi.
Quando sono iniziate le azioni dei Doughboys?
Circa un anno fa, ma si sono intensificate nel 2009, quando la retorica delle ronde e della legalità ha avuto una ennesima impennata.
Quale è il manifesto d’intenti dei Doughboys?
Diffondere la gioia della sovversione.
Supereroi dalle maschere che ricordano gli eroi popolari del wrestling messicano raccontati da Paco Ignacio taibo II, ma anche neo situazionisti. Come vi definereste?
Indubbiamente le maschere da luchadores sono una citazione che dice qualcosa di noi. El Santo, e poi Super Barrio, anteponevano al ruolo di lottatori un attivismo radicale nella società. Costantemente contro il potere e i potenti, Super Barrio diventò una specie di Luther Blissett farcito di chili e mescal. Inoltre ci piace parassitare le tattiche del potere, per mandarle fuori tempo, o per aggiungere una nota stonata.
Quanto ad una definizione, direi che siamo supereroi, punto.
Quale è il vostro rapporto con la metropoli?
Una metropoli e', innanzitutto, una narrazione. I suoi confini esistono nelle nostre menti, prima che sulle carte del demanio. Cosa e' centro, cosa periferia, cosa caratterizza una città e cosa invece resta in ombra, questi sono tutti racconti. Dunque, il nostro rapporto con la metropoli e' quello che può avere una leggenda all'interno di un mito, una storia che si appoggia parzialmente su una conoscenza comune piu' solida e affermata. Se la metropoli e' una storia allora, come tale, può essere raccontata in infiniti modi. Uno di questi e' il nostro.
E quale con la periferia dove le politiche securitarie colpiscono ancora di più?
Una città come Roma ospita realtà infinitamente sfaccettate. Noi giriamo a Piazza di Spagna e al Colosseo, ma anche nelle zone piu' periferiche. In realtà sono proprio le periferie i luoghi dove la velocità di mutamento (di stili, mode, forme di vita) garantisce maggiore facilità di attecchire al nostro progetto.
In periferia la sicurezza colpisce duro, ma le manovre per sfuggirvi sono anche piu' leste e caparbie. Diciamo che e' dove la lotta si fa piu' interessante.
Chi sono i vostri nemici?
A costo di usare slogan fuori moda, diciamo sempre che i nostri nemici sono la Legge, lo Stato e la Proprietà. Questi mostri invisibili si attualizzano nelle ronde, ad esempio, contro cui agiamo.
Ma i nostri nemici sono anche altri supereroi, come il gruppo dei Real Life Super Hero. Persone che si mascherano per compiere a volte azioni lodevoli, a volte delle autentiche ronde un po' piu' colorate. In Italia c'e' Entomo, a Napoli, con cui abbiamo un rapporto decisamente conflittuale. Qualcuno dice che, per riprendere le terminologie dei fumetti, noi saremmo soprattutto dei "super villain", gli arcinemici degli eroi. Ci piace vederla esattamente al contrario.
Potrebbe accadere di essere fermati dalla polizia, o peggio arrestati. L’avete messo in conto?
Siamo supereroi mica per niente.
Prima ci devono prendere. E poi, per citare il nostro collega V, del fumetto "V for Vendetta", "le idee sono a prova di proiettile". Noi siamo innanzitutto un'idea, se Alemanno dovesse fermarci avrebbe una rivolta popolare. Non a caso recentemente, intervistato in un noto programma della Rai, ha definito i Doughboys "solo folklore". Preferisce minimizzare, sperando che non se ne parli, piuttosto che doverci dare la caccia.
Una reazione degna del sindaco di Gotham City.
L’illegalità come mezzo per combattere le politiche della sicurezza. Ci spieghereste meglio il concetto?
Parlare di sicurezza non e' del tutto appropriato. In realtà qui si parla di norme repressive, che per essere fatte rispettare hanno bisogno, piu' di qualunque legge, della violenza. La violenza delle ronde, cittadine o della polizia, reprime la libertà degli individui. Per liberarla c'e' bisogno di riscoprire il piacere dell'illegalità, che e' quanto facciamo. Dovreste vedere con quale gioia ci accolgono i ragazzi e le ragazze quando ci vedono arrivare, e che sorrisi fanno quando capiscono cosa sta accadendo davanti ai loro occhi.
Ci verrebbe da pensare a una vecchia campagna del movimento contro la repressione“chi è legale e chi illegale” e a un vecchio titolo di un giornale (Rosso) degli anni 70 “illegalità di massa”. Come vi appare l’accostamento?
Se vuoi usarli come titolo, vanno piu' che bene! La nostra e' fondamentalmente un'iniziativa pacifica, non forziamo nessuno a fare o non fare qualcosa. Il nostro e' un invito. Le ronde del Governo reprimono, e dunque costringono, ad attenersi ad un regolamento inutile. Piu' che chiedersi chi e' legale e chi no, chiedetevi cosa preferite, cosa ritenete sia piu' sano.
Illegalità di massa ma anche allucinazione di massa. Materializziamo i sogni di una generazione repressa e frustrata, liberiamo il loro desiderio, come in una seduta di psicanalisi collettiva.
Quando i Doughboys sono senza maschera che fanno nella vita?
Se qui a rispondere ci fosse stato Batman, o Superman, non avresti fatto questa domanda. Tutti sanno che un supereroe non rivela nulla della propria identità, perche' i Doughboys dovrebbero fare un'eccezione?
Si può entrare a far parte dei Doughboys?
La selezione e' dura, ma il progetto e' "copyleft", chiunque può fare propria l'iniziativa dei Doughboys ed imitarci. A dire il vero ultimamente abbiamo ricevuto molte richieste. Diciamo sempre, fate quello che volete, ma assumetene la responsabilità. Un supereroe ha bisogno di allenamento, deve studiare le strade, e agire senza tentennamenti. Se vi ritenete in grado scoprirete cosa vuol dire diffondere la gioia di sovvertire, ma poi non venite a piangere da noi se vi fate male.
Il tempo è scaduto. I Doughboys ci dicono che devo prepararsi per una missione nel cuore della città.
Ok. Ora non ci sono domande. Dite quello che vi pare prima di andare.
Volevamo ringraziare il gruppo IOCOSE (iocose.org), per il lavoro di documentazione che stanno facendo.
Invitiamo a visitare il sito www.doughboysproject.org, iscriversi alla newsletter, e unirsi al nostro gruppo Facebook. Le nuove iniziative le comunichiamo attraverso questi canali, oltre che con i piccioni viaggiatori indirizzati alle redazioni dei giornali.
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