domenica 29 marzo 2009
Sinistra e Libertà per rifare la Sinistra
di Fulvia Bandoli*
Caro Pietro
tu sai quante volte, nella nostra lunga storia politica, sei riuscito a persuadermi. E io so quanto grande sia il mio debito nei tuoi confronti. Ma tra le cose importanti che mi hai insegnato c'è anche la franchezza del confronto nei momenti cruciali. E oggi ti scrivo per dirti che la tua bella intervista di sabato scorso sull’Unità contiene un punto di sostanza che proprio non mi persuade. Tu vedi sempre il mondo, i suoi cambiamenti, le novità e le nuove contraddizioni. E su quell'analisi nulla potrei aggiungere perchè concordo appieno. Ma quando il tuo ragionare si sposta alla sinistra italiana mi pare che le tue risposte perdano in efficacia.
Dopo la nascita del Pd, (che secondo te e anche secondo me non è e non vuole essere una forza di sinistra) per le donne e per gli uomini che non condividevano quell'approdo ( in qualsiasi luogo politico fossero collocati) si apriva una sfida inedita. Dare corpo e pensiero ( e organizzazione) ad una nuova sinistra popolare, critica, capace di parlare al paese e non solo a se stessa.
Per fare questo serviva generosità ma soprattutto comprensione della fase: spariva o meglio si trasfigurava in qualcosa di indeterminato quello che era stato fino a quel momento il più grande partito della sinistra...non si poteva allora, e non si può oggi, rispondere rimanendo chiusi nei propri perimetri. Le liti, come le hai chiamate tu, erano discussioni politiche su di un punto sostanziale: la nascita del Pd cambiava tutto anche per chi ne restava fuori, nessuno poteva pensare di uscirne difendendo solo il suo pezzetto, perchè in questo modo la sinistra rischiava di scomparire. E infatti come rappresentanza politica è scomparsa. E non solo dal parlamento ma sul territorio, nei luoghi di lavoro e di ricerca, nelle scuole, nel Mezzogiorno.
La sinistra che è fuori dal Pd non sono i piccoli partitini , quella è la parte minore. Sono alcuni milioni di persone che si sono astenute alle ultime elezioni, o che hanno votato Pd non per convinzione ma perchè il desiderio di battere Berlusconi e una legge elettorale assurda sembrava rendere "utile" solo quel voto. A questi si aggiungono oggi tanti elettori che avevano creduto nel Pd ma che, dopo un anno, provano un cocente e visibile senso di delusione e di abbandono. Non lo dicono solo i sondaggi ( spesso sballati), lo dicono le persone in carne ed ossa, i lavoratori, gli insegnanti, i giovani precari, i sempre più numerosi disoccupati. Io non credo che a tutte queste persone si possa parlare ripartendo dall'identità e dai simboli. Tu sai che io non posso che dirmi comunista ( che altro potrei essere dopo aver militato per oltre vent anni nel Pci?) e non me ne vergogno affatto. Ma proprio perchè non rinnego ciò che sono so altrettanto bene che il senso profondo di quei simboli è stato mortalmente colpito: non accettare quell'esito e quel giudizio storico è un errore. Il punto non è come far sopravvivere in Italia una forza comunista.
Il punto è come dar vita iad una sinistra popolare che sappia tenere insieme coloro che vengono dalle tradizioni storiche della sinistra e tutti quelli che sono sinistra, in altro modo, con altri percorsi e culture. Una sinistra autonoma e critica, che avversa la destra ma che compete apertamente con il Pd, capace di rimettere al centro il lavoro, la qualità dello sviluppo e la ricostruzione di nuove alleanze sociali. Ma non ti sembra assurdo che proprio nel momento di maggior crisi del liberismo e del capitalismo manchi in Italia una grande forza della sinistra? Io penso che i primi responsabili di questa mancaza siamo/sono tutti coloro che ancora non hanno saputo raccogliere la sfida che la nascita del Pd ci ha messo davanti.
Ecco perchè io, Vendola e tante e tanti altri proviamo oggi a mettere in campo non tanto una lista elettorale ma il progetto di un nuovo soggetto politico della sinistra. Con il tempo che ci vorrà,e il lavoro e l'umiltà che serve nelle imprese difficili. Sapendo che nessun Obama verrà a salvarci. E che dovremo fare tanta strada. Perchè la sconfitta è stata bruciante e duplice: è stato sconfitto il Pd perchè non è solo un amalgama mal riuscito ma si sta rivelando un progetto politico sbagliato, e siamo stati sconfitti noi perchè non siamo stati in grado di coprire il vuoto che il Pd lasciava alla sua sinistra.
Tu mi inviti ad andare a fare la mia battaglia politica dentro Rifondazione Comunista, che sarebbe più utile. E motivi il tuo voto, pur dissentendo in tante cose da Ferrero, dicendo che quella è adesso l'unica realtà organizzata. Temo caro Pietro che non sia così, anzi ne sono certa. Non ci sono luoghi più organizzati di altri, è illusorio pensarlo. Abbiamo perso tutti ed è da rifare tutta la sinistra. Nessuna delle sue parti, così com’è ora, è in grado di essere un riferimento per gli altri. Io ti chiedo solo di guardare con fraterna vicinanza anche a ciò che molti compagni e compagne che hanno fatto tanta strada con te stanno cercando di costruire.
Buon compleanno con l’affetto di sempre
* del Coordinamento nazionale di Sd
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