martedì 3 giugno 2008
E se il 2 giugno diventasse una grande festa di cittadini e cittadine?
di Lidia Menapace
Una volta Salvemini, irritato da non ricordo quale fatto, sbottò con la veemenza che caratterizzava alcuni grandi vecchi liberali antifascisti:"Questa repubblica monarchica dei preti!" E l'invettiva rimase famosa. Voleva esprimere il disagio, il fastidio, la delusione che lo aveva preso dopo i primi passi della repubblica e della sua Costituzione, schifato dai pasticci istituzionali che vedeva intorno a sè. Le sue parole saranno di un buon mezzo secolo fa: figurarsi che cosa direbbe oggi.
Ma che intendeva con "repubblica monarchica"? forse che la repubblica trattava troppo bene, pur dopo il referendum istituzionale che li aveva cacciati, i Savoia? certo no, i Savoia erano trattati severamente, ma non certo male e i monarchici erano anche un bel po'.
No, Salvemini voleva dire che la nuova forma dello stato italiano non era coerente in se stessa, che non aveva comportamenti costumi stile repubblicani: esiste dunque uno stile repubblicano?
Sono convinta di sì e per dimostrarlo racconto un episodietto infantile senza fare lunghi discorsi. Da bambina mentre studicchiavo un po' di francese, scoprii che la portinaia si deve chiamare "madame la concierge", la signora portinaia, mentre la nostra era la Rosina. Chiesto a mia madre il perchè di così diversa denominazione, lei mi rispose:"Eh, ma i Francesi hanno fatto la rivoluzione e sono tutti e tutte cittadini uguali e della stessa cittadinanza". La questione rimase per me oscura con parole non consuete (rivoluzione cittadinanza) ma me ne ricordai e infine mi resi conto che chiamare madame la portinaia e la regina era un fatto simbolicamente fortissimo e importante. Ancora adesso mi irrito moltissimo quando sento che qualsiasi tassista o ferroviere o agente di polizia da del tu a qualsiasi immigrato o immigrata cui si rivolge e non li considera perciò eguali, ma un po' di meno di sè , non cittadini ma sudditi. Salvemini era offeso perchè nella repubblica permanevano comportamenti e stili di rappresentanza da stato assoluto, frasi retoriche titoli roboanti salamelecchi aristocratici e insomma sembrava di vivere in uno stato assoluto, in una monarchia nemmeno costituzionale.
Persino il presidente abitava in quella che era stata la reggia dei papi (la più fastosa d'Europa, 700 stanze) e poi dei Savoia, sicchè un po' di monarchismo gli restava attaccato. A mia volta ricordo che più d'un presidente considera il Quirinale il luogo dove lavora e di rappresentanza dello stato e abita altrove.
Ma perchè la repubblica deve essere celebrata con parate militari che sprecano soldi e inquinano e sono pericolose per la stabilità delle zone archeologiche senza prezzo dentro cui marciano?
E mostrano un volto dello stato aggressivo prepotente e gerarchico? per stare sempre alle memorie personali (partire da sè), mi ricordo che di tutte le canzoni partigiane quella che mi piaceva di più faceva:"Non c'è tenente, nè capitano, nè colonnello o general: questa è la marcia dell'ideal: un partigiano vorrei sposar", testo letterariamente e concettualmente modesto e anche la musica non è sublime, ma a me piaceva e piace perchè mette da parte le gerarchie, ci collocava sullo stesso itinerario e persino ammetteva che le ragazze potevano dire chi volevano sposare invece di stare ad aspettare di essere scelte.
Quanto mi piacerebbe invece che il 2 giugno fosse una grande festa popolare con balli e canti in tutte le strade e piazze, e pranzi nei giardini e parchi pubblici con scambio di cibi con gli immigrati! E che ogni anno si facesse in onore di una regione o di una categoria di cittadini.
Si capirebbe perchè durante la Resistenza noi dovemmo cancellare la retorica patriottarda, superare la mancanza di libertà, le gerarchie e le divisioni, i razzismi per avere chi chiamare patria, dopo che avevamo attivamente lottato perchè Italia e Germania perdessero la guerra che avevano scatenato. E' stile repubblicano avere verso la repubblica un legame di lealtà e giudizio, non un vincolo feudale.
Dunque un territorio ordinato secondo una legge fondamentale, amato e non dilapidato, un governo che agisca secondo le leggi per il bene comune, una convivenza civile critica e dialettica , insomma una repubblica repubblicana libera eguale giusta pacifica e laica, non dei preti.
Avere un 2 giugno durante il quale si potesse dire che tutto ciò esiste e nessuno lo insidia sarebbe una bella e possibile meta repubblicana.
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